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Reattività crociata: quello che non sapevi sulle allergie alimentari

Tra le malattie croniche più diffuse, ci sono sicuramente le allergie. Secondo l’OMS ne è affetto tra il 10% e il 40% della popolazione mondiale (in Italia tra il 10% e il 20%). Questi dati hanno reso necessario la creazione di nuovi strumenti, come il meteo-pollini (disponibile sul sito ARPA della propria regione) che, incrociando i dati a campione e le previsioni del tempo, permette di valutare picchi e declini dei pollini presenti nell’ambiente. Questo strumento è utile per prevedere l’andamento delle allergie, e adottare i giusti comportamenti e trattamenti che ne riducano i sintomi.

Affinché questo e altri strumenti abbiano efficacia, però, è bene essere consapevoli che spesso sindromi allergiche possono derivare anche dal consumo di alcuni vegetali, in quanto contengono molecole (superantigeni) simili a quelli che si trovano in piante e fiori a cui si è allergici. Si parla in questo caso di reattività crociata tra allergeni inalanti e alimenti.

Nel miele, ad esempio, rintracciamo antigeni presenti in molti pollini. In melone, anguria, arancia, kiwi, pomodoro, patata, melanzane, pesca etc. troviamo molecole riscontrabili nelle graminacee. Nel sedano, o nelle carote, abbiamo antigeni affini a quelli dell’artemisia. Sempre nel sedano, nelle carote, ma anche in mele e ciliegie, per esempio, possiamo individuare antigeni simili a quelli della betulla.

Non bisogna confondere, però, la reattività crociata con le allergie alimentari in quanto, a differenza delle allergie: “si tratta di reazioni in genere legate alla quantità di alimento che viene introdotto (l’allergia può invece essere scatenata anche dall’assunzione di minime quantità dell’agente causale). Non compaiono quindi ogni volta che l’alimento viene consumato (a differenza dell’allergia che si manifesta sempre). La ricerca di anticorpi IgE (prodotti dal sistema immunitario in risposta a stimoli percepiti come minaccia, come gli allergeni. N.d.a.) risulta in questi casi negativa”.

Per quanto riguarda la sintomatologia, la reattività crociata presenta nella maggior parte dei casi reazioni lievi, che però possono anche diventare severe.

I sintomi più comuni, in caso di sindrome orale allergica, sono prurito e formicolio, un gonfiore localizzato alle labbra, sul palato e sulla lingua. Con l’orticaria, oltre al prurito, possono emergere pomfi o chiazze rosse su tronco, braccia e gambe. I disturbi gastrointestinali sono caratterizzati da diarrea, nausea e vomito. Rinite e congiuntivite portano a rossore agli occhi e lacrimazione, come a naso chiuso e starnuti persistenti. L’edema angioneurotico è causa di rossore e gonfiore localizzato a palpebre e labbra. L’asma bronchiale porta a mancanza di respiro, tosse secca e senso di oppressione al torace. Solo nei casi più gravi si possono presentare l’edema della glottide (prurito alla gola, difficoltà a inghiottire e a inalare l’aria) e lo shock anafilattico, caratterizzato da vertigini, calo della pressione arteriosa, debolezza intensa e perdita di coscienza.

I sintomi si verificano subito, o entro 30/60 minuti dall’assunzione dell’alimento.

Alcuni dei superantigeni resistono al calore (pertanto alla cottura dei cibi) e sono resistenti ai succhi gastrici. A oggi, dunque, l’unica terapia attuabile è quella di evitare gli alimenti che potrebbero scatenare tali reazioni.

Naturalmente la prima cosa da fare è quella di rivolgersi al proprio medico competente, o direttamente al pronto soccorso (nei casi di reazioni più gravi) per risolvere il quadro clinico alla comparsa dei primi segnali e, successivamente, consultare un esperto allergologo.

Articolo di Davide Corbetta e Valentina Pancaldi