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Nanomedicina: scoperto un nuovo antidolorifico ma più sicuro
Gli antidolorifici sono farmaci utilizzati per trattare dolori acuti e cronici.
I più utilizzati, ad oggi, sono:
- il paracetamolo, efficace contro dolori, sia acuti che cronici, di intensità lieve-moderata. È utile in caso di febbre, mal di testa e altri dolori comuni;
- gli antinfiammatori, efficaci contro dolori, sia acuti che cronici, di intensità lieve-moderata. Comunemente noti come Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), sono utili in caso di febbre e di gonfiori;
- gli analgesici oppioidi (detti anche narcotici), utili in caso di dolore di intensità da moderata a grave che non può essere alleviato con altri antidolorifici. Appartengono a questa classe di farmaci la morfina, il metadone e la codeina.
A bassi dosaggi, antidolorifici come paracetamolo e Fans possono essere assunti senza prescrizione medica. Dosi più e elevate possono invece essere prescritte solo dal medico, così come l’uso degli oppioidi.
Nanomedicina e news
La nanomedicina è l’applicazione medica delle possibilità derivanti dalle nanotecnologie. Essa si occupa quindi di tutte quelle conoscenze e quelle tecnologie che abbiano un utilizzo medico nell’ordine di grandezza dei nanometri (1-100 nm).
Grazie proprio a questa applicazione, alcuni ricercatori francesi hanno sperimentato un nuovo antidolorifico a base di Leu-encefalina, un neuropeptide endogeno, forte come la morfina ma più sicuro. Sarebbe, infatti, capace di non innescare gli effetti collaterali generalmente provocati dagli oppioidi.
È quanto emerge dallo studio pubblicato su Science Advances dai ricercatori dell’Université Paris-Saclay di Châtenay-Malabry, secondo cui il nuovo medicinale darebbe meno dipendenza rispetto agli antidolorifici attualmente in uso e i suoi effetti durerebbero più a lungo.
L’uso clinico di neuropeptidi endogeni è stato storicamente limitato a causa di problemi farmacocinetici, tra cui la stabilità del plasma e la permeabilità della barriera emato-encefalica. La novità di questo studio sta nel coniugare il neuropeptide Leu-encefalina (LENK) allo squalene lipidico (SQ), cosa che aumenterebbe la velocità di metabolizzazione e l’efficienza della molecola.
Il farmaco, dopo essere stato iniettato per endovena, sarebbe in grado di raggiungere esattamente l’area interessata dal dolore e svolgere un’azione lenitiva, grazie al legame con i recettori oppioidi periferici. Per testarne l’efficacia, gli scienziati hanno testato il farmaco su un gruppo di topi affetti da un’infiammazione alle zampe. Hanno così scoperto che a distanza di quattro ore dalla somministrazione, la sensibilità termica al dolore è significativamente diminuita in tutti gli animali. Inoltre, hanno osservato che l’effetto antidolorifico del nano-farmaco è durato più a lungo di quello ottenuto con la morfina.
Questa sembrerebbe una grande scoperta per la nanomedicina e il possibile futuro per superare l’uso della morfina.