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Calcoli renali e alimentazione
I calcoli (dal latino calculus= pietruzza) sono formazioni di sali minerali e composti organici, di numero, dimensione e composizione variabile.
La maggior parte delle calcolosi renali sono dovute a ossalato di calcio, ma esistono anche formazioni da fosfato di calcio, acido urico, cistina, e le indicazioni dietetiche cambiano a seconda del tipo di calcolo riscontrato.
Nonostante esistano delle relazioni significative tra alimentazione e calcoli bisogna comunque tenere presente la complessità del metabolismo e dei meccanismi che determinano tale patologia.
Vediamo allora qualche dato in più per eliminare le false convinzioni e prevenire il più possibile la formazione di calcoli.
Idratazione
La prima misura preventiva della calcolosi renale è un’abbondante idratazione, pari a circa 2 litri di acqua al giorno, in modo da mantenere un adeguato flusso urinario. La quantità non basta, l’acqua va assunta in modo corretto, cioè suddividendola in tutto l’arco della giornata. In caso di controindicazioni ad un’idratazione abbondante (es. terapia dialitica), fatevi consigliare dal nefrologo la quota più adatta a voi.
I latticini
Negli ultimi anni, sulla base di numerosi studi scientifici, molte convinzioni del passato sono state confutate. In particolare, è stato rimesso in discussione il ruolo del calcio e degli alimenti che ne sono ricchi, nella formazione dei calcoli da ossalato di calcio.
Oggi non è più ritenuto corretto sottoporre i pazienti affetti da calcoli di ossalato di calcio a drastiche riduzioni del consumo dei latticini, anzi è stato accertato che ciò potrebbe portare all’aumento del rischio di calcolosi. Il calcio, infatti, lega l’ossalato a livello intestinale, prevenendone l’assorbimento.
Viene perciò raccomandato un normale apporto giornaliero di calcio, pari a 1000-1200 mg, ad esempio aggiungendo nel pasto una quota di latticini (latte, yogurt, formaggio) o ricorrendo ad opportune integrazioni nel caso di soggetti che non consumano latticini.
Proteine animali
È stato dimostrato che le proteine animali (in particolare carni rosse ed insaccati) hanno un ruolo determinante nella formazione di calcoli. La riduzione delle proteine animali porta, inoltre, ad un innalzamento dei livelli di citrati nelle urine, sostanze che fungono da naturali inibitori della cristallizzazione dei sali di calcio. Tali sostanze possono essere, inoltre, introdotte naturalmente con alcuni alimenti (ad esempio agrumi) o mediante l’assunzione di integratori.
Nel caso si sia predisposti ai calcoli renali di origine urica (accumulo di acido urico), vanno inoltre limitati tutti gli alimenti ricchi di purine come: acciughe, sardine, crostacei, fegato, animelle, rognoni, cuore, selvaggina, oche e piccioni.
Attenzione agli alimenti ricchi in ossalati ed al sale
Alcuni alimenti, come le bietole, barbabietole, gli spinaci, alcuni cereali integrali e legumi, sono particolarmente ricche di ossalati, per cui quantitativi elevati di tali alimenti potrebbero favorire la comparsa di calcoli da ossalato di calcio, soprattutto se associati a una concomitante riduzione dell’intake di calcio.
Il sale invece aumenta l’escrezione urinaria di calcio, favorendo la possibile formazione dei calcoli renali. Attenzione quindi a non esagerare con il sale!
Soft drink
I ricercatori hanno evidenziato una correlazione tra assunzione di bevande dolci (es. cola) e rischio di calcolosi. In particolare, i soggetti abituati a consumare questo tipo di bevande, una volta diminuita la loro assunzione, diminuivano anche il rischio di recidiva.
Peso corporeo e diabete
Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che il rischio di calcolosi renale aumenta man mano che aumenta l’indice di massa corporea (BMI). Inoltre, è stata trovata una correlazione tra aumento della circonferenza vita (obesità centrale) e rischio di calcoli renali.
La sindrome metabolica e il diabete, poi, sono associati ad un aumento dell’incidenza della calcolosi renale.
Riassumendo: cosa fare?
Ricapitolando, per prevenire la formazione di calcoli è indispensabile mantenere un regime dietetico vario con una corretta idratazione, limitare il consumo di sale e degli alimenti che ne sono ricchi, limitare il consumo di carni rosse e insaccati, di bevande dolci e controllare il peso corporeo.
In particolare, l’accumulo di massa grassa a livello addominale e viscerale correla con il rischio di calcolosi renale. L’analisi della composizione corporea attraverso la bioimpedenziometria segmentale riesce a valutare la presenza di adiposità localizzate in queste zone e a monitorarle nel tempo.
Fonti: